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LOL

  • Immagine del redattore: Una Valeria
    Una Valeria
  • 21 ago 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

Selfie, Madonna, immigrato, paura, divise a caso, selfie, Papete, panino, amo il sud, immigrato, paura, pizza napoletana I love you, selfie, prima gli italiani, prima i rosari italiani, selfie con panza, selfie con panino, selfie con Carramba, pane amore simpatia, lascio qui la firma mia, puglia mon amour, madonna e Gesù non lo faccio più, buona la parmigiana, selfie con il Sud, pane e nutella, vi amo, mi amo, miao, bau, belli gli animali, bello io, bello mio figlio, vinci me, likami, caffè, immigrati, paura, bu!


Letto senza punteggiatura, tutto d’un fiato, è quasi più auspicabile morire per mancanza di ossigeno che realizzare che la filastrocca in endacasillabi scialli sia piaciuta ai più, che abbia fatto innamorare, che sia stata convincente quasi come lo stronzetto che ti dice “per te morirei” e poi non muore mai.

A questo sono seguiti travestimenti plurimi che Platinette sarà andata in analisi, e ancora selfie con flora e fauna che Luca Sardella avrà citato in giudizio le piante per abbandono del tetto coniugale, e dulcis in fundo un bel beach tour per emulare Javanotti ma con scelte stilistiche appena differenti: repertorio da dj con solo l’inno di Mameli, ballato a tempo da cubiste in tacco 63, e segnato sul Borderò anche se diventato di Pubblico Dominio, perché sì. E, a redimere il tutto, baci appassionati ai Rosari, di quelli focosi, che con una mano ti prendono tutta la faccia, te la stringono da maschio alfa e ti baciano che non te lo scordi più.

“Vedi, bacia Gesù, è una brava persona”. E qui un LOL ci sta tutto.

Ora, ieri ho assistito al discorso di Conte che suona bene perché lo ha fatto quando ormai stava per sbattere la porta e andar via di casa, che finché il suo spazzolino troneggiava in bagno, non si è mai sognato di proferire mezza parola se non il silenzio assenso degno dei migliori maschietti addomesticati dalle loro donne valchirie di città o di tastiera. Quindi, l’onore della sbottata è decisamente smorzato e relativizzato alla luce del contesto; nessuna standing ovation per Peppino, mi spiace. E Mattarella sta passando queste ore a implorare i Maya o l’asteroide che avrebbe dovuto colpirci anni fa, di ricordarsi di passare di qui che la stiamo aspettando a braccia aperte.

Perchè quello a cui abbiamo assistito finora non è stata altro che campagna elettorale, di quelle peggiori e becere. Lega e 5stars stesso scopo, ma con modalità diverse. Il volpone di Luca Morisi, l’umo dietro Salvini, colui che gli ha permesso di raggiungere percentuali da Ferragni, conosceva benissimo il suo pubblico, il suo target e quello che voleva sentirsi dire, e si è messo davanti alla sua tastiera a lavorare come un pazzo maniaco, ché il web marketing sta a lui come la salsa a un cubano. Mentre per i 5 Stelle le volpi erano finite e in quanto a strategie erano un pelo in svantaggio, ma forse (e con forse vorrei dire spero) anche perché il loro target è meno caratterizzante, più poliedrico e con sprazzi di buone intenzioni iniziali. Poi l’inesperienza politica ha contribuito al resto, che ormai è storia.

L’alternativa? La sinistra. E la sinistra dove sta? Quanto mi fa incazzare dirlo! Il problema della sinistra, invece, è che manco ci prova a cercare na volpe, no. Loro si affidano a quegli animaletti marroncini che fanno tre passi e da soli si cappottano e non riescono più a girarsi, e nulla, restano così ad oltranza, che nemmeno li vuoi schiacciare perché fanno sorridere per quanto sono sfigati. Secondo me comunque arrivano a ribaltarsi perché il loro linguaggio al sapore di naftalina li stordisce come se inali acetone, e svengono, tipo sincope. Non si spiega diversamente. Un linguaggio fuori dal tempo, incomprensibile per gran parte del popolo, anacronistico rispetto a tutto l’analfabetismo funzionale dilagante, ma anche anacronistico e basta.

E’ morto un governo già morto quando è nato con una malformazione congenita che dava aspettative di vita brevi e non facili. Ed è morto per mano di chi vuole andare alle urne per uscirne più forte, per far fuori il gemello diverso, a cui ha lasciato in mano la bomba quando mancano pochi secondi per il bum. E quando ti senti in pericolo di vita che fai? Fermi il primo che passa, si sa, fermi chiunque incroci il tuo sguardo pur di salvare la pellaccia. E l’uomo della porta accanto, quello a cui puoi chiedere la cipolla se ti è finita, è lui: Renzi. Il Mercuzio della situazione, il ribelle sensibile, il crocerossino (che poi ci resta secco), il gatto dalle nove vite, il menestrello di Corte, il dirompente che mette in ombra tutti gli altri, tipo Zingaretti.

Berlusconi sembrava il fondo del barile, lo scenario più apocalittico, e invece eccoci qui.

Lo spettacolo continua, e si paga il biglietto.

Ho pagato per sentir definire un pericolo delle persone in pericolo, per assistere al puntuale venir meno agli accordi con i Paesi della Ue per l'accoglienza, per pure finalità demagogiche che trovavano spazio in una paura costruita a tavolino per un pubblico che aspetta dai tempi di Adamo ed Eva un capro espiatorio.

I porti chiusi non esistono, sono una trovata propagandistica vile e anti umana; di cose chiuse ve ne possono essere altre, tipo la mente, quella sì. I porti di mare da sempre sono luoghi di crocevia, di incontri, di sbarchi, di arrivi e partenze, sono il piede che tocca terra nella speranza che gli sia lieve e meno crudele di quella che ha DOVUTO lasciare, perchè nessuno va via da Casa se non è la casa stessa a chiedergli di andarsene.


[...] Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce sudaticcia

che ti mormora nell’orecchio

Vattene,

scappatene da me adesso

non so cosa io sia diventata

ma so che qualsiasi altro posto

è  più sicuro che qui.


WARSAN SHIRE - CASA -


Per fortuna, in Democrazia la volontà di un politico finisce dove comincia lo Stato di diritto, infatti i paesi in cui avviene il contrario li chiamiamo dittature.




Ora, io non so quanta difficoltà neuronale sia necessaria per votare e rivotare Salvini, e non so quanta anticultura e morìa di sinapsi sia legalmente consentita per ricevere una tessera elettorale e una matita in mano, e ancora non so le dosi della pochezza e della superficialità con cui si condisce il sugo mentre da lì ci si erge a conoscitori dell’economia, del Welfare e di politica in generale, ma so per certo che la politica non sia una parola astratta, ma è fatta di persone ed è il riflesso della società. E’ in essa che inizia e finisce.



La politica non è cambiata perché non siamo cambiati noi.

 
 
 

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